mercoledì 7 luglio 2010

Impressioni sul Mondiale 2010

Mi ricorderò per sempre
la traversa di Gyan
e la storia lacrimosa
dell'hermana di Forlan.

Mi ricordo vuvuzelas
imperterrite ronzare,
fastidiose cento volte,
mille, più delle zanzare.

Ed il pianto commovente
del soldato Jong Tae-se,
che sembrava un bimbo in fasce,
se marcato da Touré.

Mai non scorderò Fucile
e il suo spaventoso volo;
ho temuto per il peggio,
nel vederlo fermo al suolo.

E ricordo aver urlato,
con le braccia alzate al cielo,
per la gara disastrosa,
che inguaiò Felipe Melo.

E gli atleti giapponesi,
in ginocchio dentro al fango;
condannati dai rigori,
a tornare nel Cipango.

Le rimonte americane,
le parate di Muslera,
e la Francia eliminata
ancor prima che sia sera.

Mi ricorderò del Cile,
che creava parapiglia,
i filtranti di Valdivia
per il "niño meraviglia".

E gli insulti coloriti
pronunziati da Anelka
ed il senso di impotenza
nella rabbia di Kakà.

Non ricorderò l'Italia,
Cannavaro o Di Natale,
per non dire poi di Pepe,
che mi ha fatto stare male.

Terrò in testa certamente
i sorrisi di Tabarez
ed il cartellino rosso
per le mani di Suarez.

Terrò in testa il genio acerbo
del ghanese Kevin Prince
e gli inglesi a cui mancava
un novello Paolo Ince,

ma eran pieni di portieri
oltremodo imbarazzanti,
che Capello, è un eufemismo,
avrà "trattato con i guanti".

E il rigore di Cardozo
tra le braccia di Casillas,
poi punito dai due pali,
dal guizzante David Villa.

Mi ricorderò i tedeschi,
veramente impressionanti.
Come fosse una scacchiera,
per il campo indietro e avanti.

E un pensiero va ai Leoni,
Elefanti e Stelle Nere,
agli errori dei fischietti,
ai colori e alle bandiere,

uno agli inni nazionali,
uno perché ormai è finito.
Manca veramente poco,
ma mi sono divertito.

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